Dalla lezione del 16 marzo 1983 sulla tecnica artistica.
Nel vocabolario di Dino Formaggio, il concetto di “tecnica artistica” assume una complessa costellazione di accezioni e significati. Formaggio, che con l’arte aveva un rapporto diretto, reintegra il fare arte nell’analisi filosofica. Al centro di una profonda critica al neo-idealismo tipico di certa estetica italiana, il filosofo promuove piuttosto “un’invasione del pratico nel teoretico”, attraverso un’indagine di quel processo artistico che dall’ispirazione passa per la sfida con la materia fino alla diffusione dell’opera. Nelle lezioni, Formaggio interroga più volte il concetto, enfatizzandone la poliedricità: attraverso la tecnica artistica l’umano “rompe il quadro della mortalità” perché crea, come nell’atto d’amore, l’infinito dalla materia finita. La tecnica artistica non è però un lavoro alienante e ripetitivo, come quello della catena di montaggio, simbolo della società capitalista. Essa promuove piuttosto – e qui si evidenzia lo spunto politico dell’estetica di Formaggio – una pratica “disalienativa” che proprio nell’atto creativo permette all’umano di liberarsi.
Dino Formaggio, Fenomenologia della tecnica artistica
Pratiche, Parma-Lucca 1978.
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