Dalla lezione del 23 febbraio 1983 sulla realtà dell’immagine.
Tra i temi più cari all’estetica di Formaggio vi è di certo quello della vita “indipendente” delle immagini, intese come lo spazio sia della rappresentazione e dell’arte visiva, sia della poesia, della letteratura e della musica. Il Professore torna più volte sulla dinamicità di queste peculiari entità, “fermate” solo in apparenza. L’immagine, piuttosto, è sempre viva, è un atto fenomenologico ripetuto nel soggetto che le percepisce e le esprime. L’immagine per Formaggio è un oggetto ontologicamente instabile perché profondamente legato al sensorio di chi la incontra, sempre situato e investito dalle sue dimensioni emotive e percettive. Questa correlazione biunivoca fra immagine e soggetto anticipa il dibattito contemporaneo sulla cosiddetta operatività dell’immagine, sulla capacità cioè di quest’ultima di avere un effetto concreto sul mondo e sulle soggettività che la esperiscono. Nelle lezioni, Formaggio ci avverte quindi della complessità del nostro rapporto con le immagini e, più generalmente, con l’oggetto estetico, che vive e “cammina sempre” in autonomia, rinnovato costantemente nell’incontro con la nostra esperienza.
Horst Bredekamp, Immagini che ci guardano. Teoria dell’atto iconico
Raffaello Cortina, Milano 2015.
David Freedberg, Il potere delle immagini. Il mondo delle figure: Reazioni e emozioni del pubblico
Einaudi, Torino 2009.
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