Lezione 7 – Sartre e Bachelard

Dino Formaggio, ritratto nella sua casa di Teolo con la sua scultura raffigurante Prometeo.

Dalla lezione del 9 dicembre 1982 su Bachelard e il rapporto tra immagine e realtà.

Tra gli obiettivi polemici di Formaggio compare Jean-Paul Sartre. Il filosofo francese ha infatti teorizzato la netta separazione tra realtà e immaginario. Quest’ultimo sarebbe anzi la negazione del reale. Come si fa allora a giustificare la generazione di un’immagine, o di un simbolo, e i suoi legami con la Storia (tematiche care al Professore milanese)? Alle “vecchie tesi di Sartre” Formaggio risponde con la fenomenologia poetica di Gaston Bachelard, secondo il quale realtà e irrealtà cooperano fruttuosamente alla produzione di una “surrealtà”, l’insieme delle dimensioni potenziali, mai realizzate prima, e tuttavia latenti e disponibili a venire rianimate. Il mondo richiede d’essere completato: la poesia entra in collaborazione con il fenomeno poiché vi aggiunge ciò che non è immediatamente visibile, dando vita a nuovi tipi di significazione, di simbolizzazione e, di conseguenza, a un immaginario inedito. Come avviene a Sartre, paradossalmente troppo coinvolto dai fatti della sua stringente contemporaneità, lo sguardo di chi esercita la propria coscienza solo nella dimensione realizzante del presente, non è capace di profondità né di prospettiva, e produce quindi un reale impoverito.

Bibliografia

Gaston Bachelard, La poetica della rêverie

Dedalo, Bari 1972.

Biblioteca di Filosofia: 3L. 20o.T.0074. 019

Jean-Paul Sartre, L’immaginario: Psicologia fenomenologia dell’immaginazione

a cura di Raoul Kirchmayr, Einaudi, Torino 2007.

Biblioteca di Filosofia: 3L. 20h.T.0026.0030.